L’Avvento porta il nuovo Messale nelle parrocchie italiane
Il nuovo libro liturgico può già essere utilizzato, anche se diventerà obbligatorio a partire dalla prossima Pasqua, ossia dal 4 aprile 2021. Molte diocesi hanno deciso di adottare la nuova traduzione dalla prima domenica d’avvento, il 29 novembre 2020.
Lo scorso 28 agosto il Cardinale Presidente della CEI – con una delegazione di persone in rappresentanza delle oltre 50 che hanno messo mano a quest’opera, ha presentato al Santo Padre la prima copia della terza edizione del Messale Romano in lingua italiana. Questa terza edizione rappresenta, infatti, l’ultima tappa di un cammino di Chiesa che – fedele alla via indicata dalla riforma conciliare, riconosce alla liturgia una importanza decisiva nella vita delle comunità e un ruolo determinante nel suo impegno di evangelizzazione.
Papa Francesco in un incontro con i partecipanti alla 68ª Settimana Liturgica Nazionale così si è espresso: “…Non basta riformare i libri liturgici per rinnovare la mentalità. I libri riformati a norma dei decreti del Vaticano II hanno innestato un processo che richiede tempo, ricezione fedele, obbedienza pratica, sapiente attuazione celebrativa da parte, prima dei ministri ordinati, ma anche degli altri ministri, dei cantori e di tutti coloro che partecipano alla liturgia”. Le parole del Santo Padre confermano e rilanciano l’insegnamento conciliare che invita a una specialissima cura nella formazione di tutto il popolo alla piena e attiva partecipazione alla liturgia (cf SC 14) e chiedono quindi alle nostre comunità diocesane e parrocchiali di affrontare la sfida che si presenta con questa nuova edizione del Messale.
Nella lettera del Consiglio Permanente che accompagna la pubblicazione del libro liturgico, si afferma che “la terza edizione italiana del Messale Romano… è un dono prezioso: con gioia lo affidiamo a ogni comunità, invitando ciascuno a riscoprire la bellezza e la fecondità della celebrazione dell’Eucaristia”. Si tratta quindi di cogliere responsabilmente questa pubblicazione come una vera opportunità, perché le nostre comunità riscoprano nella liturgia la “prima e indispensabile fonte dalla quale… possano attingere il genuino spirito cristiano” (SC14), consapevoli che la partecipazione piena, consapevole, attiva e fruttuosa della celebrazione dell’Eucaristia è garanzia per una formazione integrale della personalità cristiana.
Per promuovere una adeguata accoglienza della nuova edizione del Messale e per sfruttarne appieno le potenzialità pastorali, si possono indicare dei punti di riferimento che – utilizzati con equilibrio e sapienza – potranno risultare utili alla causa.
Poiché “la miglior catechesi sull’Eucaristia è la stessa Eucaristia ben celebrata” (Benedetto XVI), il libro del Messale è il primo e indispensabile strumento da utilizzare, non solo per i testi eucologici e per la strutturazione delle sequenze rituali, ma per i preziosi documenti che lo arricchiscono: l’Ordinamento Generale, le Premesse e le Precisazioni, testi di principi e norme di carattere teologico, rituale e pastorale. Se l’uso della nuova edizione del Messale Romano non sarà accompagnato da una attenta e corretta lettura di queste premesse, la semplice applicazione delle rubriche e il solo cambiamento di qualche parola non solo non renderanno più attiva e fruttuosa la partecipazione, ma rischieranno di far apparire vuota tutta l’attesa che ne ha preceduto la nuova edizione.
Con la prima domenica di avvento, nelle nostre comunità si inizierà ad usare il nuovo messale, troviamo in esso alcune novità. La maggior parte delle variazioni riguarda le formule proprie del Sacerdote.
+ Già nei riti di introduzione dovremmo abituarci a un verbo al plurale: «siano». «La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi».
+ l’Atto Penitenziale : ecco che diremo: «confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli e sorelle…».
+ «E supplico la beata sempre Vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli e sorelle…».
+ privilegerà le invocazioni in greco «Kýrie, eléison» e «Christe, eléison» sull’italiano «Signore, pietà» e «Cristo, pietà».
+ Si arriva al Gloria che avrà la nuova formulazione «pace in terra agli uomini, amati dal Signore». Una revisione che sostituisce gli «uomini di buona volontà» e che vuole essere più fedele all’originale greco del vangelo.
+ «Pregate, fratelli e sorelle, perché questa nostra famiglia, radunata dallo Spirito Santo nel nome di Cristo, possa offrire il sacrificio gradito a Dio Padre Onnipotente».
+ La Preghiera Eucaristica II… Dopo il Santo, il sacerdote dirà allargando le braccia: «Veramente santo sei tu, o Padre, fonte di ogni santità». E proseguirà: «Ti preghiamo: santifica questi doni con La rugiada del tuo spirito».
+ I riti di comunione si aprono con il Padre nostro. Nella preghiera insegnata da Cristo è previsto l’inserimento di un «anche» («come anche noi li rimettiamo»). Non ci sarà più «e non ci indurre in tentazione», ma «non abbandonarci alla tentazione».
+ Il rito della pace: «Scambiatevi il dono della pace»
+ Agnello di Dio: « Beati gli invitati alla cena dell’agnello ».
+ La conclusione Più sobrio il congedo: «Andate e Annunciate il Vangelo del Signore ».
A cosa ci impegna?
Il nuovo messale deve diventare un’opportunità per riscoprire la bellezza della liturgia, i suoi gesti, i suoi linguaggi ed è necessario che si trasformi in «occasione di formazione del popolo a una piena e attiva partecipazione». Ecco la principale sfida per le parrocchie.
PRESENTAZIONE DEL NUOVO MESSALE di Don Claudio Doglio, biblista che presenta le variazioni contenute nel nuovo messale liturgico con una spiegazione esegetica dei nuovi termini introdotti.





